Storia del Portogallo

Sei curioso di scoprire la storia del Portogallo?
Prosegui nella lettura per conoscere gli avvenimenti passati che hanno fatto di questo Paese una terra di meravigliosa cultura e folklore.

I primi insediamenti umani di quello che oggi è conosciuto con il nome di Portogallo sono databili all’ultimo periodo del Neolitico ed è in quell’epoca che nascono i castra, piccoli villaggi di capanne circolari realizzati in pietra e paglia.

L’arrivo di greci, fenici e cartaginesi portò alla loro scomparsa dalla zona centro-meridionale del Paese e continuarono a persistere solo a Nord del fiume Tago. Gli abitanti, dediti alla pastorizia, vivevano in prossimità delle catene montuose ed è proprio in questo contesto che si può individuare l’apparizione dei lusitani. Popolo fiero e dalla marcata personalità si oppose con forza, ma senza successo, all’avanzata delle legioni romane che li sottomisero all’inizio del II secolo a.C..

L’identità della futura nazione si delineò solo verso il III secolo con la creazione di una provincia indipendente dalla Lusitania e Terraconense, la Gallaecia. Occupava una gran superficie intorno alla città di Braga. Durante il V e VI secolo, la città divenne capitale degli svevi, popolo germanico che occupò il Paese dopo la caduta dell’impero romano. Seguì l’occupazione dei visigoti e nel 711, i mussulmani, sconfiggendo Don Rodrigo, si impadronirono della Penisola Iberica.

Gli arabi si stabilirono nella zona meridionale del Paese e la chiamarono Al Gharb da cui ancora oggi deriva il suo nome Algarve. Nella parte Nord poco presidiata dagli arabi, tra i fiumi Minho e Douro, nasceva la contea di Portucale. Iniziò da qui la riconquista diretta dai governatori nominati dai re di Leon. Le ansie indipendentiste dei portoghesi si fanno più concrete nel 1143 con l’autoproclamazione di Alfonso Henriques a primo monarca del Portogallo. Anche i suoi successori, continuando a sferrare ripetuti attacchi, costrinsero gli arabi nel 1249 ad abbandonare anche Faro, ultima loro roccaforte. Di lì a pochi anni verranno stabiliti i confini del nuovo regno sotto il mandato di Don Dinis.

Intorno all’anno 1385 cominciò il regno di Giovanni I, appartenente alla dinastia degli Avis, che portò il Portogallo a divenire in breve tempo una vera e propria potenza mondiale.
Figura importante del periodo è quella dell’infante Enrico il Navigatore, artefice della scoperta delle isole Madeira nel 1419, Azzorre nel 1427 e della spedizione ed esplorazione dell’Africa occidentale.

Nel 1447, Vasco de Gama aprì la rotta delle Indie e nel 1500, Pedro Alvaro Cabral raggiunse il Brasile. Il controllo dei più importanti porti commerciali fece vivere al Portogallo anni di grande splendore e prosperità.

Attorno all’anno 1580, l’impero inizia a dissolversi a causa di una crisi dinastica tanto da portare alla proclamazione dello spagnolo Filippo II di Castiglia a re del Portogallo con il nome di Filippo I.
Dopo 70 anni di dominio spagnolo, come nuovo monarca venne proclamato il Duca di Braganza, che prese il nome di Giovanni IV.

Il XVIII secolo, grazie al segretario di Stato, il marchese di Plombal, vide l’applicazione dei principi del dispotismo illuminato, che con le sue politiche liberali contribuì ad ammodernare le strutture del Paese, anche Lisbona, che dopo il terremoto del 1755, deve l’attuale assetto alla lungimiranza del marchese di Plombal.

Il XIX secolo è un periodo di grande instabilità che portò alla caduta della monarchia, definitivamente abolita nel 1910, per cedere il posto alla Repubblica. Anche i primi governi repubblicani non ebbero grande fortuna e nel 1926 l’esercito si impadronì del potere. Sei anni più tardi Antonio Oliveira Salazar assume le redini del potere e pur dotando il Paese di un economia moderna, limitò enormemente le libertà di alcuni settori. Nel 1968 Salazar cede la presidenza a Marcelo Caetano.
Il 25 aprile 1974 con una sommossa militare, la Rivoluzione dei Garofani, pose fine a 70 anni di dittatura. Oggi il Portogallo è una solida democrazia e dal 1986 fa parte dell’Unione Europea.